1965 – Ticket to ride / Yes it is

Ticket to ride la scrisse John ma furono di McCartney le idee che la resero quello che è. O almeno fu sicuramente sua l’idea per la batteria di Ringo, sul riff di chitarra – suonato da George con la sua Rickenbacker 12 corde – c’è dibattito. La chitarra solista che si sente è comunque di Paul. Chiunque abbia fatto cosa, il risultato è il pezzo col suono più pieno e più hard che i Beatles abbiano fatto fino a quel momento. Una sorta di primo raga rock che farà la fortuna dei Byrds. Per Lennon – che finge di ignorare ciò che stanno suonando dall’anno prima i Kinks – è la prima canzone heavy metal della storia. Ritmica (con tamburello annesso) e riff massiccio (per usare le parole di John) di chitarra – sono figlie di una tendenza alla distorsione dei suoni che parte con You really got me per arrivare, un mese dopo, a Satisfaction dei Rolling Stones. E poi ci sono gli Who, che a gennaio hanno pubblicato I can’t explain. Sul testo ci sono varie ipotesi. Potrebbe essere ispirato all’LSD o a una vera gita fuori porta, in un pub di Ryde. Sarebbe un bel gioco di parole, ma Lennon a un certo punto ha accennato al certificato sanitario che le prostitute di Amburgo dovevano periodicamente rinnovare per dichiarare di non avere malattie sessualmente trasmissibili e poter esercitare la professione.

Sul lato B c’è un altro dei pezzi per armonie a tre voci dei Beatles, curiosamente tutti opera di John. Per lui Yes it is era semplicemente un tentativo – non riuscito – di fare un pezzo sullo stile di This boy. Il testo è in effetti abbastanza brutto, ma la canzone piaceva molto a Paul e a George – che suona la chitarra usando il pedale del volume come nella sua in I need you – che l’avrebbe preferita addirittura come lato A.


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