1965 – Day Tripper / We can work it out

La scrive John, inizialmente come un pezzo folk nato su ispirazione di quella stessa Watch your step di Bobby Parker che aveva dato vita a I feel fine. Poi va beh, diventa Day Tripper. Super riff, fra i migliori pezzi rock del gruppo, convincente drumming di Ringo (che aggiunge anche un tamburello) e soprattutto l’impasto vocale di John e Paul che si fanno accompagnare da George in un’armonia vocale che cita Twist and Shout. La canzone, secondo entrambi gli autori, parla di acidi. John l’avrebbe voluta come lato A, chiaramente, ma c’era We can work it out come contendente. Si opta per il doppio lato A, ma negli Stati Uniti solo We can work it out di Paul arriverà al primo posto. Bello smacco.


D’altra parte, We can work it out è un pezzo superiore. Paul la scrive immaginando un pezzo country & western. Poi, anche grazie ai suggerimenti di George – che propone il walzer per il bridge – si trasforma in uno dei brani migliori scritti dai Beatles, fino a quel momento e non solo. Fondamentale il contributo di John che nel bridge risponde con un tono più cupo (Life is very short) all’ottimismo di Paul. E fondamentale anche l’harmonium, suonato non si sa da chi, che tiene in piedi il pezzo.


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