1969 – Across the universe

Across the universe nasce prima che i Beatles partano per Rishikesh. C’è l’influenza del Maharishi nel mantra che fa da ritornello – Jay Guru Deva Om – ma le words are flowing out like endless rain into a paper cup dell’incipit sono quelle di Cynthia che parla a suo marito John Lennon.
Lui ci lavora da subito ma non ne è mai davvero soddisfatto e, anche se resterà uno dei suoi pezzi preferiti, Across the universe attraversa una gestazione lunga e confusa. Una prima versione esce alla fine del 1969, John suona le chitarre, Paul il piano, George mette in piedi un tappeto di sitar e tamboura mentre Ringo suona una grancassa e delle maracas. Il coro femminile è composto da tre ragazze recuperate fra quelle che stazionano costantemente fuori dalla sede della Apple per vedere i Beatles: le chiamano Apple Scruffs, una di loro aveva ispirato She came in through the bathroom window intrufolandosi a casa di Paul. La versione è bella ma Lennon non ne è soddisfatto, quindi la offre per una compilation benefica per il WWF, un’iniziativa di Spike Mulligan, che con Peter Sellers aveva animato il Goon Show (sorta di fratelli Marx inglesi, una delle grandi influenze dei Monty Python e dei Beatles stessi, ma questa è un’altra storia). Alla compilation partecipano fra gli altri anche Cilla Black, i Bee Gees, gli Hollies e Cliff Richard. Visto che si tratta del WWF il pezzo viene arricchito con il cinguettio e il volo degli uccelli all’inizio.
Il pezzo verrà poi recuperato da Phil Spector, in una versione diversa, per quello che sarà l’ultimo album dei Beatles, Let it be.


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